ITALIA DELLA PIZZA

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Pizza: frugale e… “immortale”!

È una delle glorie nazionali - nel 2011 la pizza napoletana è stata presentata dall’Italia come candidata al riconoscimento Unesco in qualità di Patrimonio immateriale dell’Umanità - e la sua carta d’identità rivela una più che longeva tradizione. 



 Pare, infatti, che la data di nascita della pizza risalga a circa tremila anni fa, almeno secondo una commissione di storici, riunitisi a San Francisco. I medesimi esperti hanno anche stabilito che l’etimologia del termine “pizza” deriverebbe dal latino picea. A Napoli la prelibata parola fa la sua comparsa intorno al 1535, durante il pranzo tra Bona Sforza e Sigismondo I re di Polonia. Sino a qui, parebbe che la pizza e l’aristocrazia siano legate da tempo immemore. Una curiosità: una volta diffusasi, la pizza - narrano le leggende - veniva acquistata da coloro che non avevano la possibilità di pagarla al momento dell’acquisto! Il pagamento, infatti, avveniva otto giorni dopo la consumazione.




 
Anche queste note di colore hanno reso immortale la pizza napoletana, il trionfo dei cinque sensi: la vista per il contrasto tra il bianco della mozzarella, il rosso della salsa di pomodoro e il verde del basilico, l’udito per lo scoppiettio
della legna nel forno, l’olfatto per l’inconfondibile profumo, il tatto perché la tradizione vuole che – rigorosamente divisa in quattro parti – la pizza venga mangiata con le mani e infine il gusto, per il celeberrimo sapore di questa specialità tutta italiana.




 Lo sapevate che… Il nome della pizza Margherita deve il suo nome al cuoco Raffaele Esposito, che nel 1889 cucinò la pizza con pomodoro e mozzarella in occasione della visita della regina d’Italia Margherita di Savoia a Napoli.



Luciana Francesca Rebonato

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