Pompei

 

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Pompei, vita di pietra

Patrimonio mondiale dell’Umanità, Pompei è fra le aree archeologiche più visitate del pianeta e, come scrisse Herman Melville – l’autore di Moby Dick – “Pompei è uguale a ogni altra città. Che si sia vivi o morti non fa differenza”. Già, perché Pompei è un viaggio nel passato remoto con templi, teatri, palestre, case, granai, negozi, foro. Tutto rigorosamente pietrificato o affrescato.

 Ma andiamo con ordine. Uno sbuffo bollente fu la fine per tutti, in quel mattino del 24 agosto del 79 dopo Cristo. Il Vesuvio segnò la fine - e l’inizio della gloria immortale – della città campana: Pompei venne letteralmente sommersa da una pioggia di lapilli e cenere che caddero ininterrottamente sino a formare uno strato alto oltre tre metri. Come in un incantesimo e dopo circa 1.700 anni imponenti scavi archeologici - iniziati da Carlo III di Borbone nel Settecento – restituirono all’Italia e al mondo la Pompei antica, mettendo in luce una delle più grandiosie testimonianze dell’antica vita romana con tanto di reperti di indescrivibile valore. Non solo affreschi, mosaici e statue persino semplici suppellettili di uso quotidiano, da ammirare anche nell’Antiquarium di Pompei e al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Oggi Pompei è “archeologia viva” grazie agli scavi, una straordinaria testimonianza dello stile di vita della città dell'epoca e nel viale della “grande palestra” sono stati piantati i platani uguali a quelli di venti secoli fa, si è riseminata la dichondra repens e nel Giardino di Ercole sono tornate piccole, profumate rose.

Non esiste un “itinerario obbligato” da seguire, bensì innumerevoli percorsi a seconda degli interessi e del tempo a disposizione. Alcuni must? Il Foro con annesse le terme, la Basilica – sede del tribunale e centro della vita economica della città -, l’Anfiteatro e le case private fra le quali spicca la casa del Fauno - una delle più vaste abitazioni della città -, che deve il suo nome a una statua in bronzo raffigurante un satiro. Imperdibili anche la sontuosa casa dei Vettii – ricca di elementi decorativi e ornamentali -, la casa di Giulia Felice, la casa degli Amanti e quella degli Amorini Dorati. La vocazione prevalentemente commerciale della Pompei antica è testimoniata dal gran numero di botteghe, taverne e osterie disseminate ovunque. Nella casa degli Umbri è visibile un laboratorio di produzione e raccolta del garum, una salsa simile all’odierna pasta d’acciughe che contribuì allo sviluppo economico della città.



 Quanto alle "case di piacere" le testimonianze sono numerose e palesano una rappresentazione solare del sesso del tutto disinibita, traboccante anche nei graffiti e nelle pitture sulle facciate delle case, sulle fontane, nei forni e negli edifici pubblici della città intera. Tra gli scavi archeologici e il Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, che diede origine alla Pompei “moderna” - uno dei maggiori centri di devozione mariana in Italia, consacrato nel 1891 -, il sito di Pompei nel primo decennio del terzo millennio è stato così visitato da figurare al secondo posto – dopo il Colosseo insieme al Palatino e al Foro Romano – nella top ten dei siti italiani più frequentati.

 


Luciana Francesca Rebonato

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