Altopiano del Renon

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Stregati dal Renon

Il Renon non conosce frenesia, inquinamento, rumori, mondanità. In ogni stagione colori, fragranze e sapori seducono per l’assenza di confini tra l’uomo e la natura, calati in uno spaccato italiano che molto si avvicina all’idea dell’eden terrestre. Raggiungibile da Bolzano in mezz’ora di macchina o con la funivia in 15 minuti, l’altipiano del Renon vanta paesaggi e panorami mozzafiato, da apprezzare anche con il “famoso” trenino a cremagliera del Renon che sfreccia impavido da oriente a occidente, decelera un po’ in curva e sosta nelle frazioni: in 16 minuti percorre poco meno di 7 chilometri con tanto di fermate, un vero prodigio.



 Partendo da Soprabolzano la prima fermata è Costalovara, adagiata in riva a un laghetto e circondata da prati dove si trova il Museo dell’Apicoltura, ricavato dai locali del maso Plattner, edificio che conserva la tipica architettura renonese: casa, fienile e stalla, pur separati, sono sotto lo stesso tetto. È un tesoro di arte contadina e il miele è proprio un nettare degli dei con chicche da intenditori, come il miele al lampone e quello all’erica. Da Costalovara, per catturare con lo sguardo la conca di Bolzano, si consiglia di recarsi a Signato, seguendo un percorso di 3 chilometri. Fermata successiva del trenino è Stella – immersa nei boschi - e sempre seguendo le rotaie si giunge a Colle e infine a Collalbo, capoluogo comunale nonché punto ideale per escursioni in ogni direzione. Prima fra tutte una visita al paese, nel quale soggiornò anche Sigmund Freud con la famiglia nel 1911: la stanza del padre della psicanalisi è visitabile con tanto di mobili d’epoca. Da Collalbo ci si incammina lungo la passeggiata Fenn, di circa 3 chilometri, adatta a tutte le età, munita di panchine poste in punti strategici, e si arriva a Longomoso. Centro antico, nel Medioevo vi sorgeva un punto di ristoro per i pellegrini che si recavano a Roma attraverso la via Imperiale: gli antichi edifici della Commenda dell’ordine teutonico e della chiesa parrocchiale sono a testimoniare quei tempi. Continuando oltre Longomoso si prosegue per Monte di Mezzo, famosa per le Piramidi di terra - caratteristiche formazioni geologiche costituite da un alto pinnacolo sormontato da un masso -, presenti nelle incisioni torrentizie che hanno scavato la copertura morenica deposta sopra il substrato roccioso dell’altipiano del Renon, formato da porfidi rossi. Se ne trovano anche a Soprabolzano e a Auna di Sotto. Vicino a Monte di Mezzo c’è il paesino di Longostagno: i boschi dei dintorni hanno anche prati ideali per i piccoli ma un tempo, raccontano le leggende, erano il raduno preferito delle streghe. 




Il percorso del trenino finisce qui, ma non le sorprese del Renon. Soprabolzano, per esempio, paese di arrivo della funivia, è stato il primo insediamento turistico e “abitativo” dell’altipiano: si racconta, infatti, che qualche secolo fa agli eredi maschi degli abbienti bolzanini spettasse un palazzetto nell’area di via dei Portici mentre alle figlie femmine una casa sul Renon. A Maria Assunta, paesino minuscolo attorniato da boschi e silenzio, vi sono ancora splendide residenze a testimonianza di quella tradizione e può capitare di vedere i discendenti di quei patrizi aggirarsi per le strade con il caratteristico masi in cui assaggiare prelibatezze dolci e salate e prima di cedere ai peccati di gola, ci si può cimentare in tutte la attività sportive la zona del Corno del Renon – l’altitudine oltrepassa i 2.000 metri -, raggiungibile con una seggiovia che conduce a Cima Lago Nero. Da qui inimmaginabile serenità.

 


Luciana Francesca Rebonato

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