Oltre Verona, cronaca “in verde”
Oltre Verona e lo specchio del lago di Garda con la Riviera degli Ulivi ci sono altre quattro aree della provincia veronese da conoscere, scenari diversi eppure complementari per completezza di prospettive sul territorio. Percorsa da fiumi e canali è la pianura che si estende a sud di Verona con un paesaggio dominato dalle colture di cereali e di riso interrotto dal solenne corso dell’Adige e dagli affluenti del Po. Terra di tradizioni rurali secolari, si rivela in un susseguirsi di località che racchiudono pregevoli testimonianze artistiche, dimore storiche e castelli. Isola della Scala, invece, è saltata agli onori della cronaca alimentare grazie alla coltivazione del miglior vialone nano d’Italia: scoprire la storia di questo cereale e assaggiarlo in una rutilante sequenza di proposte, dall’antipasto al dolce, diventa un’appetitosa conoscenza del territorio.
Ancora percorsi del gusto nelle colline di Soave e della Valpolicella, terre natali di due fra i più famosi vini italiani - dal nome omonimo - oltre che di due fuoriclasse, il Recioto e l’Amarone, questi ultimi due “made in Valpolicella”. Bianco il Soave e rossi gli altri, rappresentano allettanti itinerari alla scoperta di pregiate cantine, di borghi e di pievi. Il territorio che attornia la medievale cittadina di Soave, infatti, è da sempre la terra dei bianchi paladini di Bacco con castelli, chiese e ville patrizie che emergono dal mare dei vigneti e testimoniano un passato ricco di storia. Non è da meno la Valpolicella che presta il fianco ad approfondimenti culturali con un centinaio di ville, capolavori di Palladio, Sanmicheli e Cristofoli - per citare i più famosi - con spettacolari saloni affrescati. Altrettanto scenografico è il Ponte di Veia, uno dei maggiori ponti naturali al mondo, probabilmente originato dal crollo della volta di una grandissima grotta, situato al confine con la Lessinia. E una montagna di sorprese le riserva la montagna veronese, una cerniera ambientale tra la pianura e il mondo alpino: i vigneti e gli oliveti della bassa collina sfumano nei frutteti della media Lessinia per poi mutare in boschi di faggio e, infine, diventare praterie “in quota” sull’altopiano. È qui che un Parco Regionale tutela oltre diecimila ettari di patrimonio naturalistico con una “chicca”, il Parco delle cascate di Molina, oasi naturalistica ricca di acque, rare specie botaniche, canyon, laghi e punti panoramici. Tutta l’area è caratterizzata da un pronunciato carsismo, come dimostrano le numerose doline, grotte e cavità naturali, le spettacolari “strutture” scolpite dalla natura nella roccia calcarea – imperdibili quelle di ponte di Veja e nella valle delle Sfingi – oltre alla relativamente scarsa presenza di acque superficiali.
Numerosi, invece, i fossili disseminati sull’altopiano, oggetto di visita e studio da parte dei paleontologi di tutto il mondo: il giacimento della Pesciara è fra i più importanti al mondo e il maggiore per quanto concerne la concentrazione di pesci dell’era terziaria. Fra le finalità del parco risiede la volontà di tutelare e valorizzare il patrimonio etnico, storico, culturale e linguistico del territorio e a questo provvede un sistema museale i cui reperti sono espressione delle peculiarità paleontologiche, preistoriche ed etnografiche della Lessinia.
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