Etna

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Etna, fuoco da Unesco

L’aria è rarefatta, a 2.800 metri di altitudine. Nero e bianco si alternano, in un avvicendarsi di lava e di ghiaccio. Alle spalle, il cratere di nord-est, a 3.350 metri, sbuffa placido nel silenzio, interrotto solo dalle raffiche di vento. “La bestia è calma”, come ebbe a dire Guy de Maupassant, “dorme là in fondo”. Taormina e Castelmola brillano giù in fondo, la Calabria pare di toccarla e lo Stretto lo si indovina dietro i monti Peloritani. 

Più a sinistra la punta di Milazzo si disegna nel Tirreno fino a indicare Vulcano, Lipari e i rilievi di Salina. Uno spettacolo straordinario, da apprezzare talvolta ancor prima di scoprire Catania e i suoi affascinanti contrasti il cui apogeo culmina - nella sua provincia – proprio con l’Etna, dal 2013 sotto l’egida dell’Unesco, il più grande vulcano attivo d’Europa, con i suoi 35 chilometri di diametro, 1.250 chilometri di superficie e diversi crateri. Catania è giusto sotto e si srotola alla vista del viaggiatore con il suo golfo e la sua piana e le distanze sono così minime che si può scegliere di sciare sull’Etna la mattina e di nuotare fra le onde nel pomeriggio. Prima, però, ci si può sbizzarrire sul vulcano. Un esempio di percorso? Si arriva a quota 2.400 con la funivia, poi si sale per altri seicento metri con le jeep e infine si cammina per una quarantina di minuti intorno alla Bocca Nuova. Lungo il bordo del cratere il terreno è molto caldo: il magma al suo interno, infatti, raggiunge i quattrocento gradi centigradi. A suoi margini orientali la Valle del Bove precipita con un dislivello di mille metri e dalle sue profondità si alzano ondate di fumo che avvolgono il crinale sovrastante. Sembra davvero di trovarsi ai confini del mondo.
In realtà si è nel Parco Naturale dell’Etna, che si estende dalla vetta del vulcano fino a quote collinari per un totale di 59.000 ettari di territorio, suddiviso in cinque zone e in infinite opportunità di divertimento, sport ed escursioni, anche a cavallo, nel verde. Una miriade di seduzioni e di località come Giarre, Milo, Randazzo, Trecastelli e Bronte, quest’ultima da apprezzare oltre che con lo sguardo anche con il gusto: in questa località alle pendici nord occidentali dell’Etna, infatti, si trova il regno del pistacchio di Bronte.


Natura e innumerevoli opportunità di attività sportive regnano sovrane nel Parco Naturale Regionale dell’Alcantara: un paesaggio inconsueto che caratterizza il corso del fiume Alcantara - che segna in buona parte il confine tra la provincia di Catania e quella di Messina – e la “cucitura” fra il grande cono lavico dell’Etna e le formazioni calcareo-marmose dei Peloritani. L’intera zona è caratterizzata da cascate, laghi e profonde gole, note come le “Gole dell’Alcantara”, dove è presente anche l’unica grotta di scorrimento vulcanico, chiamata la “Grotta dei cento cavalli”.


Luciana Francesca Rebonato

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