L’avverbio è quella parte invariabile del discorso che accompagna un verbo, un nome, un aggettivo o un altro avverbio con lo scopo di modificarne o precisarne il significato.
In particolare, gli avverbi possono indicare:
• circostanze di tempo e luogo;
• il modo e la misura di una quantità o di una qualità;
• un’affermazione, una negazione, un dubbio.
Gli avverbi si formano in vari modi. In base alla forma, possiamo distinguere:
- avverbi che terminano in -mente: rapidamente, allegramente;
- avverbi che terminano in -oni: cavalcioni, penzoloni;
- avverbi formati da una sola parola: bene, male;
- avverbi formati da più parole: almeno (al + meno), soprattutto (sopra + tutto);
- avverbi formati da aggettivi indefiniti: poco, molto;
- avverbi formati da aggettivi qualificativi: solo, giusto.
Si dividono quindi in categorie:
• avverbi di modo
• avverbi di tempo
• avverbi di luogo
• avverbi di quantità
• avverbi di affermazione, negazione e dubbio
• avverbi interrogativi ed esclamativi
• Gli avverbi di modo
Indicano il modo, la maniera in cui avviene un’azione o il modo in cui si presenta un fatto.
Rispondono alla domanda: come? in che modo?
Ad esempio: Sono uscita con te volentieri.
Sei così antipatico!
Hai fatto davvero bene.
Sto male.
Il cane ci seguiva docilmente.
- Appartengono a questa categoria gli avverbi in -mente (piacevolmente, allegramente), gli avverbi in -oni (cavalcioni, carponi) e molti altri, come bene, male, così, invano, volentieri.
- Molti avverbi di luogo si formano aggiungendo -mente alla forma femminile singolare di un aggettivo qualificativo:
sicuro > sicura + -mente > sicuramente
vero > vera + -mente > veramente
veloce > veloce + -mente > velocemente
Attenzione: in alcuni casi, prima di aggiungere -mente, è necessario eliminare la e finale dell’aggettivo.
Ad esempio: facile > facilmente, difficile > difficilmente.
- Possono avere il grado comparativo e il superlativo.
Ad esempio: Andiamo più piano di quel carretto!
Andiamo tanto piano quanto quel carretto!
Andiamo pianissimo.
• Gli avverbi di tempo
Precisano in tempo in cui si svolge un’azione.
Rispondono alla domanda: quando?
Ad esempio: Oggi vado in palestra.
Ora sto leggendo.
Domani sarò al mare.
Prima leggo, poi ripeto.
Quando torni?
- Specificano se l’azione avviene:
• nel presente (ora, adesso, oggi);
• nel passato (ieri, prima);
• nel futuro (poi, domani);
• con una certa frequenza (spesso, sempre, mai, talvolta).
• Gli avverbi di luogo
Indicano il luogo in cui avviene un’azione.
Rispondono alla domanda: dove?
Ad esempio: Qui fa molto caldo.
Il quaderno è sopra il letto.
Ci sono zanzare ovunque.
Marco è laggiù, in fondo al prato.
Fuori piove.
Sono avverbi di luogo:
• qui, qua, quaggiù, quassù: indicano un luogo vicino a chi parla;
• lì, là, laggiù, lassù: indicano un luogo lontano da chi parla;
• dentro, fuori, vicino, lontano, sopra, sotto, davanti, dietro, dove, dovunque, ecc.
• Gli avverbi di quantità
Indicano una quantità o una misura indeterminata.
Rispondono alla domanda: quanto? in quale misura?
Ad esempio: Ho mangiato troppo.
Ho studiato abbastanza per oggi.
Hai dormito poco e si vede!
Più corri più ti sentirai meglio.
Sono avverbi di quantità:
- molto, poco, troppo, tanto, abbastanza, altrettanto, più, meno, ecc.
• Gli avverbi di valutazione
Esprimono un giudizio, una valutazione o un dubbio.
Ad esempio: Sicuramente andremo in vacanza.
Forse ho parlato troppo.
Mi accompagni? Sì.
Non voglio vederti mai più!
Possono indicare:
• un dubbio, come forse, chissà, magari, probabilmente, ecc.
• un’affermazione: certamente, ovviamente, sì, appunto, ecc.
• una negazione: no, non, nemmeno, neanche, ecc.
• Gli avverbi interrogativi ed esclamativi
Introducono una domanda o un’esclamazione in merito a un luogo (Dove vai?), un tempo (Quando è successo?), un modo (Come vuoi la pizza?), una causa (Perché sei triste?).
• Le locuzioni avverbiali
Sono formate da più parole e hanno lo stesso valore dell’avverbio e possono quindi indicare modo, tempo, luogo, quantità e valutazione.
- Di solito sono composte da una preposizione e da un aggettivo (di rado, in mezzo); da una preposizione e un nome (in fretta, per fortuna); da una preposizione e un avverbio (di dentro, di sopra).
- A volte le locuzioni sono formate da un termine, come un nome, un aggettivo o un avverbio, ripetuto. Quando questo termine è accompagnato dalla preposizione a, si ripete anch’essa.
Ad esempio: a mano a mano, a due a due, a poco a poco.
- Molte volte le locuzioni sono composte da più parole: in un batter d’occhio, in tutto e per tutto.
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