Carnevale

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Carnevale, ebbrezza popolare 

Tradizione secolare e sentita, quella del Carnevale in Italia, un appuntamento che vede sfilare carri allegorici nelle principali località del Belpaese e un tripudio di maschere dalle Alpi al Mediterraneo, nella futurista Milano dell’Expo e all’ombra del Colosseo, nelle città famose a livello mondiale e nei piccoli, straordinari borghi italiani. Ma qual è il carnevale italiano più vissuto, sentito e partecipato? 



 Certamente fra i carnevali italiani più famosi spicca in assoluto quello di Venezia ma è il Carnevale di Fano - in provincia di Pesaro Urbino – a vantare il titolo di carnevale più antico d’Italia: i primi scritti relativi a questo carnevale, infatti, risalgono alla metà del Trecento. Oggigiorno fra i momenti più attesi del Carnevale di Fano spicca il “Getto”, ovvero il lancio di quintali di dolci dai carri allegorici: un motivo in più per partecipare a questo carnevale che rappresenta un vero e proprio tuffo nel buonumore circondati da personaggi di cartapesta, giganti della risata, satira di tutto il mondo– con il “FanoFunny Festival” - e allegria. E la spensieratezza è il filo conduttore del Carnevale di Venezia, che attira ogni anno centinaia di persone da tutto il mondo che festeggiano il carnevale sotto una pioggia di coriandoli. Oltre alle numerose iniziative ufficiali di carattere teatrale di altissimo livello, sono splendidi i mascheramenti individuali basati su fantasiose reinterpretazioni degli antichi fasti della Repubblica Veneta. E i moderni rinnovatori delle antiche “Compagnie della calza” - che un tempo animavano le feste carnevalesche - ripropongono oggi forme di teatro che contribuiscono a rallegrare gli spettacoli. 


Dalle acque della laguna veneta si passa al mare toscano e a una delle sue celeberrime località, Viareggio, che in inverno anziché far sfilare i suoi ombrelloni e i richiami Liberty fa sfilare i suoi famosi carri allegorici. È questo il pezzo forte del Carnevale di Viareggio, nato alla fine dell’Ottocento come sfilata di carri e carrozze mascherati, finalizzati alla formazione di gruppi allegorici. Nel 1930 Uberto Bonetti, pittore e grafico futurista, ideò Burlamacco: la maschera-simbolo di Viareggio, che, nel manifesto del 1931, sullo sfondo dei moli protesi sul mare, apparve in compagnia di Ondina, bagnante-simbolo della stagione estiva.  Bonetti volle riassumere nella maschera i due momenti clou della vita della città di Viareggio: l'estate - con i colori bianco e rosso tipici degli ombrelloni sulle spiagge negli anni Trenta - e il Carnevale. Al giorno d’oggi, durante il Carnevale di Viareggio, è possibile ammirare carri di “prima categoria” alti fino a 20 metri e carri di “seconda categoria”, alti fino a 9 metri. Come le navi, le varie parti del carro si dividono in poppa, prua, plancia, coperta, ponte e coffa e la gente che vi lavora viene chiamata ciurma. Il corteo dei carri propone soggetti ispirati alla satira politica, veglioni in maschera e rassegne di ogni genere.

Sempre profumo di mare per il celebre Carnevale di Acireale, in provincia di Catania: risalgono al 1880 le prime sfilate di carri con maschere di cartapesta giganti mentre è nel 1930 che compaiono i carri con maestose coreografie realizzate con i fiori. Il programma delle manifestazioni del carnevale prevede l’esibizione di poeti dialettali, giochi popolari e l’organizzazione di gare gastronomiche. Dall’antica Trinacria si passa alla Sardegna, dove campeggia Oristano con la “Sartiglia”, la festa equestre di origine spagnola e tardomedievale. La Sartiglia è il tipico Carnevale di Oristano, una manifestazione centenaria ricca di tradizioni. Trionfo di festa e di emozioni anche al Carnevale di Putignano, in provincia di Bari, che dal 2006 ha anche un’edizione estiva. Farinella – che ricorda un “jolly” con abito a toppe multicolori e sonagli sulle tre punte del cappello e sulle scarpe - è la maschera tipica di questo carnevale che ha inizio annualmente nientemeno che il 26 dicembre! Organizzato dai rioni della località è il Carnevale di Cento – provincia di Ferrara – che vanta carri con gigantesche opere in cartapesta e maschere che lanciano dai carri qualsiasi genere di dolcetto. Il Carnevale a Cento ha origini antiche, come dimostrano alcuni affreschi del pittore seicentesco Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino.

E sempre dalla realtà pare tragga spunto il piemontese Carnevale di Ivrea – provincia di Torino -, per ricordare la rivolta della popolazione contro il conte Raineri di Biandrate. L’eroina della festa è la Mugnaia e al suo fianco si trova il Generale, che fin dai primi anni dell’Ottocento garantisce un ”corretto svolgimento della manifestazione”, insieme al suo Stato Maggiore Napoleonico, composto da ufficiali a cavallo e vivandiere. Epicentro del carnevale è la “Battaglia delle arance”, una sfida giocosa tra gli “aranceri” - a piedi, simbolo del popolo ribelle - e i personaggi sui carri, simbolo delle guardie del tiranno. In segno di partecipazione alla festa tutti i cittadini ed i visitatori, a partire dal giovedì grasso, scendono in strada indossando il Berretto Frigio, un cappello rosso a forma di calza che rappresenta l’adesione ideale alla rivolta e quindi l’aspirazione alla libertà.



 Echi antichi anche nel Carnevale di Verres in Valle d’Aosta, di origine quattrocentesca. Attorniato da guardie, arcieri e portabandiera il Gran Ciambellano scende la scalinata di piazza Chanoux e annuncia l’arrivo dei signori locali: la contessa inizia ballare con un popolano mentre il Gran Ciambellano dichiara aperti i festeggiamenti. La festa prosegue sino al martedì grasso, giorno in cui le celebrazioni si concludono con un ballo in maschera al castello. Il Carnevale di Sauris, invece, in provincia di Udine, deve la sua spettacolarità e fama alle maschere in legno e ai travestimenti tipici confezionati usando ogni sorta di materiale e indumento recuperato o trovato in casa. Le maschere protagoniste? Il “Rölar” e il “Kheirar”. Il carnevale di Sauris vede la sua maggiore attrattiva il sabato che precede il mercoledì delle Ceneri: si tratta della “Notte delle Lanterne”, durante la quale un corteo mascherato intraprende un’intrigante camminata notturna alla luce delle lanterne. 


Luciana Francesca Rebonato

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